Multipotenzialità e Innovazione

Se è vero che l’innovazione nasce nelle intersezioni di capacità ed esperienze, i Multipotenziali sono senza ombra di dubbio innovatori nati. La loro capacità di proporre soluzione nuove a problemi esistenti, attingendo ad ambiti e settori diversi, viene infatti considerata, per certi versi, la specialità dei multipotenziali.

I Multipotenziali sono eccellenti innovatori, oltre che per loro natura, anche perché spesso la loro indole li porta ad andare dritti per la loro strada, senza subire più di tanto il cosiddetto condizionamento sociale.

Se non sai ancora di che cosa sto parlando, ti consiglio di andare avanti con la lettura.

Conosci l’esperimento di Asch?

L’Esperimento di Asch è un particolare esperimento messo a punto dallo psicologo sociale polacco Solomon Asch nel 1956. Secondo la ricerca dello studioso, l’essere membro di un gruppo è una condizione sufficiente per modificare le nostre azioni, i nostri giudizi e le nostre percezioni visive.

In questo esperimento un soggetto è portato in una stanza insieme ad altre persone – attori che in precedenza avevano ricevuto istruzioni su come comportarsi – Asch mostra un’immagine con tre linee numerate e chiede ad ogni persona nella stanza di identificare la linea più lunga. Gli attori rispondono per primi, scegliendo di proposito la linea sbagliata, facendo un errore palese e ovvio.

Ma ciò che conta è che i risultati hanno mostrato che, in media, il 32 per cento dei soggetti coinvolti ha dato risposte chiaramente scorrette, dimostrando ancora una volta che le persone tendono a conformarsi al gruppo, nonostante ci siano prove evidenti davanti ai loro occhi!

Se questo esperimento sembra avere dell’incredibile, sappi che il condizionamento sociale è materia di studio fin dall’antichità: il condizionamento sociale, infatti, fa leva sul freudiano istinto del gregge e non si basa certo su motivazioni logiche e razionali. Questa tendenza a seguire ciò che fanno gli altri nasce in parte da motivazioni psicologiche come quella di volersi sentire parte di un gruppo.

Quante volte, osservando la fila fuori da un ristorante, hai pensato che dovesse essere ottimo, visto il numero di persone in coda per entrare?

Da qui un concetto ancora più interessante che vorrei esplorare..

Maggioranze Imitative e Minoranze Innovative

Quando un’azienda – magari proprio la tua – si trova in un momento di crisi o a dover superare un ostacolo, generalmente, agisce in due modi: fa di più di quello che stava facendo prima, oppure fa di meno di quello che stava facendo prima. Quello che normalmente quasi nessuna azienda fa quando si trova in questa situazione è provare a fare qualcosa di diverso, qualcosa che non aveva mai fatto prima, cercare soluzioni diverse, nuove, mai sperimentate.

Questo perché le persone appartengono sostanzialmente a due tipologie: da una parte ci sono gli innovatori, quelli che fanno cose nuove, e dall’altra ci sono gli imitatori, quelli che seguono la massa. Da recenti studi è emerso che le persone che fanno parte della categoria degli innovatori siano solo il 2 o 3 per cento dell’intera popolazione! La restante parte, fa parte di quella maggioranza imitativa che non si prende il rischio di tentare soluzioni alternative, ma che si limita ad imitare la minoranza innovativa.

La nostra evoluzione si potrebbe quindi definire una battaglia tra minoranze innovative che lottano per avere il ruolo di leadership e che vengono poi seguite da una maggioranza imitativa.

TENDIAMO AD IMITARE CIÒ CHE FANNO GLI ALTRI PERCHÉ LI CONSIDERIAMO UNA FONTE AUTOREVOLE ALLA QUALE ISPIRARE IL NOSTRO COMPORTAMENTO

Basando quindi le nostre decisioni su ciò che hanno scelto altre persone.

Questo succede spesso anche durante un meeting, ci hai mai fatto caso? Tendiamo a seguire il filone di pensiero e l’idea della prima persona che parla. Ecco perché spesso i leader di un’azienda decidono di parlare per ultimi – per non influenzare il resto dei relatori – oppure per primi – per catturare la platea.

Anche se questo ci potrebbe far apparire stupidi, è ciò che facciamo ogni giorno.

Attingere alle scelte fatte da altri va a snellire il nostro processo di pensiero.
Ecco perché siamo così attaccati alle scelte che fa la maggioranza.

Si dice infatti che pensiamo per smettere di pensare.

Pensare ci costa fatica. Pensare è un’azione cognitiva che richiede al nostro cervello un altissimo dispendio di energia. Ovviamente, sto parlando di compiti cognitivi difficili, cioè qualcosa che il cervello non può risolvere usando procedimenti già appresi in precedenza, come ad esempio imparare a suonare uno strumento o fare la giusta mossa durante una partita a scacchi.

Pensiamo quindi per smettere di pensare.

Cioè investiamo tutta questa energia che ci richiede pensare con il solo obbiettivo di smettere di pensare e tornare al più presto in modalità autopilota.

Ed ecco che spesso preferisci non pensare per niente e ti affidi a dei meccanismi di semplificazione della realtà per poter individuare una scelta veloce e affidabile, affidandoti alle scelte che hanno fatto in precedenza altre persone che ritenevi affidabili e autorevoli, oppure alle scelte fatte da una moltitudine di persone e pensando che se così tante persone hanno fatto quella scelta, deve essere per forza di cose la scelta giusta.

Il Prezzo di essere Normali

Se ogni tanto entrare in modalità automatica è piacevole e ci consente di rilassarci, questo modello di pensiero ha dato vita alla nascita di norme. Norme sociali, di comunicazione, di comportamento.
E queste norme sono diventate la normalità, lo standard, ciò che tutti fanno.

Ma se questo potrebbe a volte tornarci utile, proviamo a pensare al significato della parola norma. A cosa ti rimanda?

Norma = Normale e Normale = Mediocre

ED ESSERE MEDIOCRI NON È ALTRO CHE ESSERE NELLA MEDIA

Quando segui ciò che tutti hanno fatto non puoi raggiungere risultati straordinari.

Chi ha fatto qualcosa di straordinario è perché non ha seguito la maggioranza.
Questi innovatori hanno fatto qualcosa di straordinario perché sono stati in grado di fare qualcosa di nuovo, di diverso, oppure di fare qualcosa che già esisteva, ma lo hanno fatto meglio di tutti gli altri.
Hanno portato valore aggiunto sul mercato e si sono intascati la chiave per un successo che dura nel tempo. Il loro obbiettivo è quello di mantenere questa leadership e conservare il proprio vantaggio competitivo il più a lungo possibile, anche dopo che la maggioranza imitativa avrà iniziato a seguirli.

La maggioranza imitativa seguirà, infatti, a poco a poco, il comportamento della minoranza innovativa creando così nuovi standard. Il gap, cioè il divario tra maggioranza innovativa e minoranza imitativa si dissolverà lentamente e ciò che prima ci era sembrato straordinario diventerà la norma, ci sembrerà normale.

Innovazione, progresso e crescita sono guidate da cicli in cui fasi di innovazione e poi di imitazione si alternano, dando vita a nuove norme, a nuovi standard.

Innovazione o Imitazione: da che parte vuoi stare?

Ora sta a te decidere da quale parte stare.

Se per la maggior parte della tua vita hai fatto parte di quella maggioranza imitativa, la buona notizia è che sei tu il padrone della tua vita, delle tue scelte, delle tue decisioni. Sei padrone del tuo cervello e puoi orientarlo a pensare in maniera differente dalla massa. Non serve che tu sia uno scienziato o un genio per pensare in maniera alternativa e distinguerti, ma avrai bisogno di allenare il tuo organo più importante ogni giorno e disattivare almeno ogni tanto il pilota automatico.

Ti costerà uno sforzo, ma non esiste successo senza la fatica.

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